Spesa sanitaria da CONSUMO DI FARMACI

Questa newsletter si legge in tre minuti e racconta  della spesa farmaceutica dei Paesi evoluti.

Pígliate na pastiglia!

Pígliate na pastiglia, siente a me!

Pe’ mme fá addurmí

Pe’ mme fá scurdá

Il mio dolce amor

Pígliate na pastiglia!

Pígliate na pastiglia, siente a me!

Pe’ mme fá sentí

Come un gran pasciá

E mm’inebria il cuor.

 

«Pigliate ‘na pastiglia» compositori: Renato Carosone e Nicola Salerno,  © Universal Music Publishing Ricordi Srl.

 

“Medicine is not only a science; it is also an art. It does not consist of compounding pills and plasters; it deals with the very processes of life, which must be understood before they may be guided.” (Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso, medico, alchimista e astrologo svizzero).  Buona lettura!

 

La spesa sanitaria da consumo di farmaci

L’assistenza farmaceutica è in continua evoluzione, con un numero crescente di nuovi farmaci che entrano nel mercato ogni anno. Queste “novità”  possono offrire alternative alle cure esistenti e, in alcuni casi, la prospettiva di trattare malanni precedentemente considerati incurabili. Tuttavia, i costi dei nuovi farmaci possono essere molto elevati, con implicazioni significative per i bilanci dell’assistenza sanitaria.

La spesa individuale per i prodotti farmaceutici (compresi gli altri medicali non durevoli) è stata in media di € 462 euro nel 2020 in tutta l’UE. Con € 660 euro pro capite, la Germania ha speso di gran lunga di più in prodotti farmaceutici tra gli Stati membri dell’UE -oltre il 40% al di sopra della media UE. All’altro estremo della scala, la Danimarca e Cipro avevano livelli di spesa relativamente bassi, più del 40% sotto la media UE (di seguito Spesa farmaceutica pro capite in UE, anno 2020).

 

 

Alcuni dettagli

Circa tre su quattro euro spesi in prodotti farmaceutici (compresi -come detto- i medicali non durevoli) vanno in  farmaci prescrivibili, e la maggior parte del resto in farmaci da banco (OTC). I farmaci OTC sono farmaci che vengono generalmente acquistati senza prescrizione medica e, nella maggior parte dei casi, il loro costo è interamente a carico dei pazienti. La quota di farmaci OTC è particolarmente elevata in Polonia, dove rappresenta più della metà della spesa farmaceutica, e si attesta al 30% o più in Romania, Lettonia e Regno Unito.

 

Assistenza pubblica

Nella maggior parte dei Paesi UE i costi dei farmaci sono coperti da regimi governativi o assicurativi obbligatori.  Nella media dell’UE, questi sistemi coprono il 70% di tutta la spesa farmaceutica, con pagamenti personali (29%) ed assicurazione privata volontaria (1%) che finanziano il resto. La copertura pubblica è più generosa a Cipro, in Germania, Francia e Irlanda, dove i regimi di assicurazione pubblica e obbligatoria pagano più dell’80% di tutti i costi farmaceutici. Per contro, in otto Stati membri dell’UE, i programmi pubblici o obbligatori coprono meno della metà della spesa per i farmaci (di seguito Spesa  farmaceutica per tipo di copertura  in UE, anno 2020).

 

 

 

Andamento nel tempo

Tra il 2013 e il 2019, la spesa farmaceutica è cresciuta a un ritmo più lento rispetto ad altre spese per assistenza sanitaria. Tuttavia, secondo alcuni studi, i prodotti farmaceutici raccontano solo una parte della storia poiché i farmaci utilizzati durante le cure ospedaliere o in altre strutture sanitarie possono in genere aggiungere un altro 20% all’importo  totale della spesa in farmaci di un Paese!

 

Integratori: una passione tutta italiana

Gli integratori alimentari sono prodotti che vengono utilizzati per completare la normale alimentazione. Pertanto, non si tratta di medicinali, benché anch’essi siano sottoposti ad una rigida regolamentazione da parte della legge.  I dati elaborati e diffusi da Integratori & Salute (l’associazione che rappresenta il comparto degli integratori alimentari in Italia, parte di Unione Italiana Food) riferiti al canale di vendita delle farmacie, evidenziano crescite di tutto rispetto. Nel corso dell’ultimo decennio le vendite a volume degli integratori sono aumentate del 60%, passando da 125 milioni di confezioni del 2013 ai 200 milioni di confezioni del 2023.  In questi 10 anni, il mercato italiano degli integratori ha quasi raddoppiato il proprio fatturato, passando da 1,8 miliardi di euro nel 2013 a 3,5 miliardi di euro nel 2023.

Gli italiani sembrano prestare sempre maggiore attenzione alla salute fisica e mentale, e ricercano nella industria degli integratori alimentari un facile alleato. I prodotti più ricercati commentano da soli la situazione! Al primo posto tra le categorie di integratori più richieste, ci sono i probiotici (26,5 milioni di confezioni vendute), con un aumento del 40% rispetto al 2013. A seguire, sali minerali (14 milioni di confezioni) e vitamine (13,1 milioni di confezioni).

Rispetto al 2013, in ascesa anche i prodotti per il benessere mentale, sempre più al centro dell’attenzione per molti connazionali.

Nel decennio, le categorie di integratori che hanno sperimentato la crescita più significativa sono stati: gli antiacidi e antireflusso (+205%), i prodotti per la tosse, (+180%), le vitamine (+157%), i prodotti per l’insonnia e il benessere mentale (+155%) e gli integratori per le funzioni immunitarie (+ 144%).

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